SUSSIDIO
PER I BAMBINI

IiI Domenica di Quaresima

di Maria Teresa Visonà


Ciò che colpisce leggendo i vangeli è la grande importanza che Gesù ha voluto dare all’acqua: è presente in moltissimi momenti della sua vita.
Facciamo qualche esempio: è stato battezzato nell’acqua; alle nozze di Cana compie il primo miracolo trasformando l’acqua in vino; parla di “bicchiere d’acqua” offerto al prossimo; si ristora vicino ad un pozzo, episodio che abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi; cammina sulle acque; lava i piedi dei suoi discepoli; quando è trafitto dalla lancia del soldato l’acqua sgorga dal suo costato.
Senza l’acqua noi non potremmo vivere, lo sapete bene.
Pensate che il nostro corpo è formato da circa il 75% di acqua! L’acqua inoltre lava, purifica, irriga, disseta, feconda, dà ristoro….
Ai nostri giorni, noi tutti che siamo abituati fin troppo bene, non ci facciamo il problema dell’acqua… apriamo il rubinetto e la facciamo uscire anche in modo eccessivo, la sprechiamo senza pensare che in certi luoghi del mondo l’acqua non ce l’hanno nemmeno per bere.
Al tempo di Gesù, per procurarsi l'acqua, bisognava faticare un bel po' e questo ci viene ricordato anche dal vangelo di oggi dove si parla di un pozzo.
Penso che tutti voi abbiate visto un pozzo.
Ce ne sono di molti tipi ma, generalmente, sono delle strutture di forma circolare e di dimensioni variabili da cui si estrae l’acqua delle falde che ci sono nel sottosuolo.
Il pozzo di cui ci parla Giovanni era costruito con delle pietre poste una sopra l’altra, era rotondo ed era dotato di una corda a cui si appendeva il recipiente che veniva calato dentro. Questa operazione era abbastanza faticosa perché, una volta che il secchio era pieno, bisognava avere una grande forza per tirarlo su.
Era una cosa essenziale l’acqua del pozzo, un tesoro che tutte le donne andavano a prendere al mattino presto perché, durante il giorno, faceva troppo caldo.
Gesù è in viaggio. Dalla Giudea si sta recando in Galilea e, nonostante avesse potuto fare un’altra strada, passa attraverso la Samaria. Scelta molto strana agli occhi di tutti… ma non agli occhi di Gesù.
“Ma perché era una scelta strana?” – vi chiederete.
Perché i samaritani non erano ben visti dai giudei, erano ritenuti una razza inferiore, non pregavano nemmeno nello stesso tempio: il loro tempio non era a Gerusalemme ma sul monte Garizim. Inoltre, i giudei consideravano ritualmente impuri i samaritani e, di conseguenza, era impuro anche tutto ciò che toccavano, compresi gli utensili che usavano per mangiare e per bere.
Ma noi sappiamo bene che le persone più amate da Gesù sono quelle “scartate” dai più…
Gesù dunque passa per la Samaria. Ha fatto molta strada, a piedi.
E’ stanco, ha caldo perché è mezzogiorno e giunge al pozzo che Giacobbe diede in eredità a suo figlio Giuseppe. Si ferma e si siede lì.
Arriva una donna samaritana che va a prendere l’acqua a quell’ora per non incontrare le altre donne: lei, infatti, era motivo di chiacchiere… 
Gesù le parla.
Come mai Gesù parla in pubblico ad una donna? Che scandalo per i giudei! A maggior ragione per il fatto che si rivolge a questa la cui vita non era certo esemplare: aveva avuto cinque mariti ed ora viveva con uno che non era suo marito. Tutti lo sapevano e proprio per questo chiacchieravano... Era l’ultima persona alla quale Gesù avrebbe dovuto parlare, secondo la mentalità del tempo.
E, in aggiunta a tutto questo, le chiede dell’acqua da bere, acqua contenuta in una brocca samaritana per cui impura!
Ma Gesù non si fa certo questo tipo di problemi! Anzi più di una volta, nei vangeli, abbiamo letto che a Lui non interessano gli aspetti rituali dei giudei: a Lui interessa fare la volontà del Padre suo.
E così inizia il dialogo con questa donna.
Gesù, pur non avendola mai vista, conosce tutto di lei, conosce la sua sofferenza, il suo disagio nei confronti degli altri, la sua solitudine, il suo desiderio di dare un senso alla propria vita e proprio per questo Lui è lì: perché vuole farle conoscere l’amore di Dio.
Chiede a lei dell’acqua, ma per poterle donare lui stesso qualcosa di molto più grande.
Ma che dono vuole farle?
Sentiamo cosa le dice: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”.
E poi ancora: “Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno".
La donna è molto interessata alle parole di Gesù e gli risponde: “Signore, dammi quest’acqua perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”.
La Samaritana non capisce subito il significato delle parole di Gesù, però quell’acqua di cui le parlava quell’uomo le sembrava una cosa grande ed avrebbe fatto di tutto per averla.
Il Maestro la guardò e cominciò a dirle tutto della sua vita.
Era andato al pozzo proprio per lei, per farle capire che l’acqua viva, il dono di cui le aveva parlato, era Lui stesso: Gesù, il Figlio di Dio che non la giudicava ma la accoglieva, che la invitava ad accettarsi, a ricominciare una vita vera non più nascosta ma capace di annunciare l’amore e la misericordia del Padre.
Ecco quello che ci vuole dire il Signore: come l’acqua è indispensabile per la vita e la salute del corpo, così Gesù è indispensabile per la vita e la salute della nostra anima.
L'acqua viva è Gesù stesso e per noi Gesù è la Sua Parola, è il suo Corpo e il suo Sangue.
Ci pensate che ogni volta che ascoltiamo il Vangelo è proprio Dio che ci parla? Ci pensate che ricevere la Comunione è ricevere il Corpo vivo di Cristo?
Il Signore invita tutti, anche voi bambini, a bere quest’acqua, ad accogliere Gesù, ad accogliere il dono del suo amore: è il dono della vita stessa di Dio che abbiamo cominciato a ricevere con l’acqua del nostro Battesimo e che continuiamo a ricevere nei Sacramenti.
Ogni volta che ci accostiamo alla Confessione, alla Comunione, ogni volta che ascoltiamo la Sua Parola, noi siamo riempiti dell’acqua del Suo amore.
Ne riceviamo così tanta da non riuscire a trattenerla tutta per noi… trabocca in modo tale da “travolgere” tutti coloro che ci stanno vicino. Diventiamo come la sorgente: zampilliamo bontà, vita, freschezza, gioia!
E’ questo quello che succede, è questo quello che Dio vuole da noi perché ci vuole come Lui.
Ma c’è un “però”… Questo succede se lo vogliamo anche noi.
Il Signore, da parte sua, ce la mette tutta, ma sappiamo bene che ci lascia liberi di scegliere. Lui ci propone sempre la felicità, e su questo non ci piove… ma ci vuole impegno anche da parte nostra, ci vuole il nostro SI’. 
Allora per questa settimana (e non solo…) impegniamoci a bere di quest’acqua, cioè a stare più vicino a Gesù. Non occorre sederci su un pozzo come la Samaritana!
Il nostro pozzo è dovunque ci troviamo: in ogni momento della giornata Lui è vicino a noi per donarci la sua acqua viva, il suo amore e per invitarci, a nostra volta, a portarlo a tutti.
Proprio come “altri Gesù”. 


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