ATTO PENITENZIALE

* Signore, che ci chiami a confidare nel tuo amore, abbi pietà di noi.

* Cristo, che alzi gli occhi al cielo verso i tuoi discepoli, abbi pietà di noi.

* Signore, che ci chiedi di rallegrarci perché siamo tuoi, abbi pietà di noi.


PREGHIERA DEI
FEDELI

Presentiamo la nostra preghiera al Padre, che ascolta le nostre preghiere e le nostre confidenze. Diciamo insieme: ascoltaci, o Signore.

* Per il Santo Padre il Papa Francesco e per tutti i pastori della Chiesa, perché siano sempre fiaccole di speranza in un mondo che ha sempre più bisogno di allargare il cuore. Preghiamo.

* Per i nostri governanti e per coloro che sono chiamati a fare scelte importanti per il bene dei popoli, perché siano animati da desideri di pace e di bene. Preghiamo.

* Per tutti gli ammalati e i poveri, perché sentano il conforto delle persone amate e la vicinanza di Cristo. Preghiamo

* Per la nostra comunità, perché riscopra lo spirito delle beatitudini e possa risplendere sempre della luce di Cristo. Preghiamo.

Accogli, o Padre, le nostre preghiere e trasformale secondo il tuo cuore. Te lo chiediamo per Cristo Nostro Signore. Amen.


PER LA MEDITAZIONE

Dopo la comunione

Gesù dichiara beati i poveri, gli affamati, gli afflitti, i perseguitati; e ammonisce coloro che sono ricchi, sazi, ridenti e acclamati dalla gente. La ragione di questa paradossale beatitudine sta nel fatto che Dio è vicino a coloro che soffrono e interviene per liberarli dalle loro schiavitù; Gesù vede questo, vede già la beatitudine al di là della realtà negativa. E ugualmente il “guai a voi”, rivolto a quanti oggi se la passano bene, serve a “svegliarli” dal pericoloso inganno dell’egoismo e aprirli alla logica dell’amore, finché sono in tempo per farlo. La pagina del Vangelo odierno ci invita dunque a riflettere sul senso profondo dell’avere fede, che consiste nel fidarci totalmente del Signore. Si tratta di abbattere gli idoli mondani per aprire il cuore al Dio vivo e vero; Egli solo può dare alla nostra esistenza quella pienezza tanto desiderata eppure difficile da raggiungere. Fratelli e sorelle, sono molti, infatti, anche ai nostri giorni, quelli che si propongono come dispensatori di felicità: vengono e promettono successo in tempi brevi, grandi guadagni a portata di mano, soluzioni magiche ad ogni problema, e così via. E qui è facile scivolare senza accorgersi nel peccato contro il primo comandamento: cioè l’idolatria, sostituire Dio con un idolo. Idolatria e idoli sembrano cose di altri tempi, ma in realtà sono di tutti i tempi! Anche di oggi. Descrivono alcuni atteggiamenti contemporanei meglio di molte analisi sociologiche. Per questo Gesù ci apre gli occhi sulla realtà. Siamo chiamati alla felicità, ad essere beati, e lo diventiamo fin da ora nella misura in cui ci mettiamo dalla parte di Dio, del suo Regno, dalla parte di ciò che non è effimero ma dura per la vita eterna

Papa Francesco

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