COMMENTO ALLE LETTURE

Oggi celebriamo la solennità del Battesimo del Signore. Questa solennità chiude il tempo di Natale e ci introduce nel tempo ordinario. La liturgia intende offrirci uno stile per vivere appieno la nostra quotidianità. In questo periodo natalizio abbiamo assistito a un crescendo di contagi; fatto che ancora una volta ha preoccupato tutti noi. Tornare a scuola, al lavoro e alle nostre normali occupazioni, ci vedrà ancora più intimoriti e dubbiosi. Eppure noi cristiani siamo chiamati ad avere uno sguardo diverso sulla realtà, uno sguardo carico di speranza. Consapevoli delle difficoltà del momento presente, vogliamo attingere alla Parola di Dio di questa Domenica la forza per vivere da discepoli di Cristo questo momento storico. Partendo dalla Parola di Dio che la liturgia oggi ci presenta, vogliamo scegliere tre elementi.

Il primo elemento è il deserto. Nella prima lettura, tratta da Isaia, il profeta anticipa un annuncio che sarà poi personalizzato da Giovanni Battista: “nel deserto preparate la via al Signore”. È una parola che ci ha accompagnato anche nel periodo di Avvento, e la liturgia, ancora una volta, ce la propone al termine di questo tempo di Natale. Si tratta di una parola di luce all’interno di un contesto complesso. È ciò di cui abbiamo bisogno proprio ora. La complessità del momento presente viene abitata da una parola di speranza: la strada si apre, la luce ci raggiunge. La complessità che caratterizza le nostre vite e le nostre giornate viene spesso da noi interpretata come un ostacolo. In realtà è proprio questa complessità, a volte molto dolorosa, ad essere raggiunta da Dio. Il deserto rappresenta le nostre solitudini, le nostre paure, i nostri lutti, i nostri dolori, i nostri dubbi. In questo deserto il Signore ci invita ad aprire una strada, a metterci in gioco. Il Natale ha messo in luce che un incontro ci attende, quello con il nostro Dio, che per noi è diventato fratello. Il nostro deserto è abitato da Dio e ora non siamo soli. Anche la seconda lettura insiste su questo aspetto: “è apparsa la grazia di Dio”. Dio si è fatto concreto, la grazie si è resa esperibile.

Prendiamo il secondo elemento dal Vangelo: “tutti si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo”. Molto spesso la nostra esperienza di Dio parte da un dubbio, da una domanda, da una intuizione. Spesso ci illudiamo di schematizzare Dio, di rinchiuderlo all’interno di certe teorie e devozioni. Dio è al di là di tutto; Lui abita le nostre domande e le nostre intuizioni del cuore. Sarebbe bello tornare alle nostre occupazioni quotidiane con questo sguardo attento alle intuizioni di Dio che lo Spirito ci suggerisce continuamente. A volte siamo troppo indaffarati e presi da mille attività, da non renderci conto che Dio è proprio lì di fronte a noi. Sarebbe bello fermarsi ogni tanto e domandarci se non sia Lui il Cristo. La celebrazione dell’Incarnazione di Dio ci dice che Lui ha scelto la piccolezza. I pastori e i magi hanno incontrato Dio in quel bambino adagiato nella mangiatoia, non sul trono di una grande palazzo. È lo stile di Dio; e noi siamo chiamati ad educare il nostro sguardo. Non stanchiamoci di fare domande e non fermiamoci di fronte alle difficoltà. Dio ci raggiunge sempre, anche quando a noi sembra lontano.

Il terzo elemento Luca ce lo presenta in modo straordinario: “il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo”. Raccontando il battesimo di Gesù, Luca riporta questo particolare meraviglioso. Il cielo si apre e discende lo Spirito Santo. Abbiamo un estremo bisogno di fare esperienza di questo nella nostra vita. Eppure la buona notizia di questa Domenica possiamo rintracciarla proprio qui: il cielo si apre sopra i nostri deserti e le nostre notti. È Dio stesso che ci raggiunge, che decide di non lasciarci soli. Lui continua a dirci che siamo figli e figlie amati. Il cielo si apre l’orizzonte della nostra vita si allarga. Siamo nati per qualcosa di grande. Questo è il messaggio d’amore che il battesimo del Signore e il nostro battesimo ci lasciano. Nei nostri deserti non dimentichiamoci di alzare lo sguardo e osservare che sopra di noi il cielo si apre e Dio ci raggiunge.

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