COMMENTO ALLE LETTURE

Il tempo di Quaresima ci ricorda che Dio ci ama e che noi possiamo rispondere a questo amore attraverso le tre opere quaresimali: preghiera, digiuno ed elemosina.

Le tre letture che abbiamo ascoltato oggi ci ripetono varie volte che Dio ci vuole molto bene:
"Dio aveva compassione del suo popolo" (prima lettura).
"Dio, ricco di misericordia con grande amore ci ha amato" (seconda lettura).
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito" (Vangelo).

Questo amore di Dio si è manifestato, lungo la storia della salvezza, in varie modalità, a seconda dei tempi e delle circostanze. É un amore che punta sempre al nostro vero bene e alla nostra realizzazione più profonda.
La Parola di Dio odierna ci mostra tre aspetti, attraverso i quali si manifesta l'amore incondizionato di Dio verso di noi: la correzione, la gratuità, il sacrificio.

Nella prima lettura ci viene detto che Dio ha dimostrato il suo amore verso i suoi figli, mediante un intervento di correzione.
La Bibbia dice: "Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti ripugni la sua riprensione, perché il Signore riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce (Proverbi 3, 11-12 ).
É facile guardare alla correzione o al castigo come a una manifestazione di mancanza di amore, ma in realtà è vero l'esatto contrario. Attraverso l'esperienza dell'esilio a Babilonia, Dio dimostra il suo amore verso Israele, facendolo passare attraverso una purificazione dolorosa ma necessaria, che porterà frutti abbondanti di grazia in seguito. Se Dio non fosse intervenuto, Israele avrebbe smarrito la sua identità e sarebbe andato incontro a una vita di sofferenze e di mancanza di senso.
Lo stesso può accadere nella vita di ciascuno di noi: possiamo considerare alcuni eventi dolorosi come una specie di punizione e rischiamo di crearci una immagine falsa di Dio, una immagine di un Dio severo e vendicatore. Ma la prima lettura ci dice che Dio ha il controllo della situazione: è lui che muove il cuore di Ciro, re di Persia, è lui che guida la storia verso un fine di bene.

La sapienza popolare ha riassunto tutto questo nel proverbio: "Non cade foglia che Dio non voglia".
Dobbiamo pregare il Signore che ci doni il suo Santo Spirito Consolatorie, affinché ci aiuti ad avere sempre una visione giusta di Dio e a non cedere alla tentazione del nemico che, mentendo, con astuzia e perfidia, ci vuole offrire invece un'idea falsa e deformata, insinuandoci dubbi meschini: "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?" (Gen 3, 1).

Nella seconda lettura San Paolo ci ricorda che Dio ha manifestato il suo amore per noi perdonandoci i peccati. Se la legge del peccato portava con sé, come conseguenza, la morte, Dio ha sconfitto la morte e ci ha fatto dono della risurrezione, grazie al suo Figlio Gesù.
Forse ci può fare un po' di impressione sentire Gesù dire: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" (Gv 15, 16). Sembra che Gesù voglia insistere su un punto: chi ha preso l'iniziativa sono io. Ci tiene a sottolineare il fatto che lui ci ha amato per primo. Noi, al massimo, possiamo rispondere a una sua iniziativa, ricambiando il suo amore.
Così San Paolo sottolinea oggi che noi siamo salvati, grazie all'amore di Cristo, ma "questo non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene".
L'amore di Dio è incondizionato: non si può pagare, o comprare, o conquistare. Non è che Dio ci ami solo quando siamo buoni, o quando ce lo meritiamo. Ci ama anche quando pecchiamo e non abbiamo nulla per ricambiarlo. Questa gratuità é il secondo aspetto dell'amore di Dio che la Parola ci annuncia oggi.
Come istinto naturale ciascuno di noi, quando riceve un regalo, pensa subito a sdebitarsi, a ricambiare. Non ci piace essere in debito: ci fa sentire a disagio. In questo senso possiamo dire che è più difficile lasciarsi amare gratuitamente, che amare.
L'icona di Pietro che si rifiuta di lasciarsi lavare i piedi da Gesù è l'immagine di ciascuno di noi che fatica ad accogliere l'amore gratuito di Dio, davanti al quale non possiamo presentare meriti o altre credenziali. Solamente possiamo accettare di lasciarci amare.

Nel Vangelo, Giovanni ci dice che l'amore di Dio si è manifestato nei nostri confronti attraverso il sacrificio.
"Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna".
Questo "dare" il Figlio è il sacrificio più grande del Padre.
Molte volte ci è capitato di incontrare qualcuno che ci ha detto: "Ti voglio bene". Quando eravamo giovani e inesperti ci credevamo ciecamente. Poi l'esperienza ci ha resi più furbi e attenti: abbiamo scoperto che non sempre è così. Ci siamo accorti che non bastano le parole, per assicurare che esista amore autentico. La prova sicura dell'amore è la capacità di sacrificarsi per la persona amata.
Dio non solo ci ha detto che ci ama, ma lo ha dimostrato, sacrificando la cosa più preziosa che aveva: suo Figlio.
Era proprio necessario che Gesù morisse in croce per salvarci? Non avrebbe Dio potuto salvarci anche senza la morte di suo Figlio?
Contemplando Gesù crocifisso ci sentiamo sicuri: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15, 13).

Preghiamo perché in questo tempo di Quaresima possiamo correggere noi stessi, imparare a lasciarci amare da Dio senza resistenze e accogliere qualche sacrificio per amore. Allora potremo celebrare la Pasqua rinnovati, avvolti nella veste candida del battesimo, purificata nel Sangue dell'Agnello.

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