COMMENTO ALLE LETTURE

Tanti conoscono il significato della parola “battesimo”. Nella cultura religiosa ebraica aveva significato di rito di purificazione, di conversione per una nuova vita. Anche nella cultura, per così dire, laica (che non vuol dire atea) si adombra il significato di qualcosa di nuovo che inizia in maniera significativa. E’ una prima e unica esperienza, infatti, quella del varo di una nave (battesimo dell’acqua) o di un lancio con il paracadute (battesimo dell’aria).

Il brano di Matteo, però, apre uno scenario veramente unico e avente caratteristiche del tutto diverse da quelle di altri scenari.

E del brano di Matteo mi piace mettere in luce alcuni dettagli, alcune sfumature, alcune caratteristiche, l’insieme delle quali mi da la netta sensazione che il cristianesimo sia una religione (e non solo) per persone forti, adulte e non per mollaccioni…

E’ meraviglioso infatti scorgere (osservando dal buco della serratura dell’eterno) Dio tra le quinte ( dall’alto) di questo palcoscenico del tempo, un Dio che non si fa vedere e che assiste ad un bellissimo scambio di battute tra due secondi cugini adulti e maturi, Giovanni Battista e Gesù.

Che bello sentire e vedere Giovanni impedire a Gesù di farsi battezzare (come osa l’uomo adulto, ma superbo, di voler impedire qualcosa al suo Creatore?)!

E come è bella (perché umile) la risposta di Gesù con l’uso del “noi”: “Lascia, per ora; per “noi” infatti è doveroso adempiere ogni giustizia”. E qui Giovanni capisce al volo che ubbidire a Dio non va d’accordo con impedirgli qualcosa.

L’essere umano adulto, quindi, è quello impastato di umiltà e di docilità alla volontà di Dio.

Bella e stupefacente anche la velocità con la quale Gesù esce subito dall’acqua del Giordano!

La persona adulta è solerte nell’intraprendere le sue occupazioni giornaliere.

Soltanto a questo punto entra in scena il protagonista di tutto, Dio in persona. Ma lo fa rimanendo tra le quinte e inviando il suo Spirito in forma di colomba…che soltanto Gesù “vide” (come è discreto questo Dio!).

Ed è soltanto la Sua Voce (che immagino soavemente potente) ad essere udita da tutti: “Questi è il mio figlio diletto (preferito… preferirei tradurre) nel quale ho posto la mia compiacenza”.

Ne ricavo che l’uomo adulto e maturo è quello che lascia entrare Dio nella sua vita.

Ne deduco che il cristiano, uomo adulto e maturo, è quello che vive il battesimo nella quotidianità del giorno dopo giorno… nell’umiltà, nel lasciarsi andare ai discreti suggerimenti dello Spirito, nella sollecitudine giornaliera e spicciola a vivere da convertito.

L’esatto contrario di certi atteggiamenti spocchiosi, d’immagine, autocelebrativi, autoreferenziali caratteristici dell’uomo d’oggi.

L’esatto contrario, e lo dico con garbo e considerazione misericordiosa per le fragilità umane, di quell’atteggiamento di ostentazione della testimonianza che è l’esatto contrario della semplice testimonianza. L’esatto contrario del voler fare di testa propria, secondo i propri pallini o le proprie fisse pastorali.

Come sarà stato bello ed estasiante per Gesù, infine, sentire sulla pelle della propria anima quella carezza dolcissima: “Questi è il mio Figlio preferito”.

E come è bello sperare di poter sentire la voce di Dio… , quando tutto sarà terminato, dire: “Vieni, servo buono e fedele”, sebbene non “preferito”, e ci mancherebbe altro!

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