COMMENTO ALLE LETTURE


In questo giorno celebriamo l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Maria, per singolare grazia, è stata preservata da ogni contagio di colpa: Dio l’ha creata e preparata per essere la degna dimora del suo Figlio Gesù, una dimora purissima, priva del peccato originale.
Nella prima lettura abbiamo ascoltato il racconto di come avvenne il peccato originale, secondo Genesi 3. Ci sono alcuni dettagli che ci possono servire a comprendere la festa odierna.
Dio chiama Adamo per nome e gli chiede: “Dove sei?”. Si tratta di una domanda importante, che ci fa capire come, a causa del peccato, l’uomo perde la sua posizione originaria davanti a Dio, si nasconde, anziché cercare di farsi trovare.
Adamo risponde: “Ho avuto paura”. Il rapporto gioioso e sincero esistente tra Dio e Adamo, quel rapporto che consentiva all’uomo di essere partner di Dio e di passeggiare assieme a lui nell’Eden alla brezza della sera, si è incrinato. Ora Dio non è più Padre buono, bensì qualcuno da temere. L’immagine di Dio autentica viene distorta e sostituita con un’altra, falsa e segnata dalla paura.
“ La donna!” esclama Adamo, incapace di prendersi le proprie responsabilità e di rispondere sinceramente a Dio. Il gettare la colpa sugli altri, mentendo e sfuggendo alla propria chiamata alla verità, rende l’uomo non-autentico, incapace di vedersi come è veramente, narcisista, malato di un meccanismo di difesa maligno, il cui unico scopo è la de-responsabilizzazione.
“ Il serpente mi ha ingannata!”. Anche la donna perde la sua capacità di verità e assunzione di autorità. Cerca una via di uscita, incolpando qualcun altro. La scelta volontaria non viene riconosciuta come atto di libero arbitrio, ma come colpa di qualcos’altro.
“ Io porrò inimicizia tra te e la donna”. Dio annuncia all’antico avversario che verrà un giorno in cui “La donna ti schiaccerà la testa”. Nella tradizione devozionale cristiana la Madonna Immacolata viene rappresentata così come Bernardette l’aveva vista a Lourdes: con le mani aperte, una tunica bianca, un cingolo e velo azzurro, dodici stelle attorno al capo, la luna sotto i piedi e sotto il calcagno un serpente.

Ripensando alla prima lettura possiamo vedere come i dinamismi del peccato originale, in Maria siano capovolti.
Alla chiamata di Dio (“Dove sei?”) ha risposto immediatamente “Eccomi”, senza nascondersi o scappare, come i nostri antenati.
Maria non dice “Ho avuto paura”, ma “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Non ha paura di Dio, ma conosce il suo amore e si dona totalmente. Nella sua mente e nel suo cuore, l’immagine di Dio è quella giusta: un Padre che ci vuole bene.
Maria si assume completamente la responsabilità della sua vocazione e della sua scelta. All’annuncio dell’angelo, che le descrive la maternità di Elisabetta, parte “in fretta”, senza indugio. Si mette in gioco in prima persona. Non incarica altri, non accusa altri per sfuggire alle conseguenze delle sue azioni. Rimarrà responsabile, autentica, libera, fino ai piedi della croce. Diventerà perfino nostra avvocata, capace di intercedere per noi, per ottenere a noi non la condanna (come Adamo ed Eva, che si condannavano, accusandosi a vicenda) ma la grazia e il perdono.
Il serpente ha ingannato Adamo ed Eva, ma non Maria. Esso è stato da lei stritolato, sotto i suoi piedi Immacolati.
In questo tempo di Avvento ci viene ribadita, dalla Parola di Dio, la certezza che Dio trionferà e il suo Regno non avrà fine. L’antico avversario sa che il tempo rimasto per lui è poco, e si muove come leone ruggente, cercando di colpire coloro che possiedono la testimonianza di Gesù.
Con questi sentimenti di speranza, possiamo salutare la Vergine Maria: “Vita, dolcezza e speranza nostra, salve!”. Siamo esuli figli di Eva, discendenza di Adamo in una valle di peccato, ma abbiamo una Avvocata presso il Padre.
Dio ha mantenuto la promessa fatta ai nostri Padri, ha mandato la nuova Eva, la donna della Genesi e dell’Apocalisse, colei che ha schiacciato la testa al serpente e ci aiuta nel cammino della vita.

Così noi possiamo oggi, con il Salmo responsoriale, ringraziare Dio: “Cantate al Signore un canto nuovo perché ha compiuto meraviglie”. Il Signore ha ottenuto la vittoria, si è ricordato del suo amore e della sua promessa. Tutti i confini della terra hanno visto la sua salvezza, realizzata in modo mirabile innanzitutto in Maria Immacolata, mistica aurora della Redenzione e speranza della gloria futura.

San Paolo, nel meraviglioso inno della lettera agli Efesini dice alcune cose importanti.
“ Dio ci ha benedetti”. Nell’Ave Maria ripetiamo decine di volte: “Benedetta tu fra le donne!”. Queste benedizione, con ogni benedizione spirituale, nei cieli, in Cristo, è visibile in Maria più che in qualsiasi altra creatura. È una benedizione capace di annullare le maledizioni.
“ Ci ha scelti prima della creazione del mondo”. Sappiamo che Maria è stata scelta dall’eternità, anche prima della morte redentrice di Cristo, ma in previsione della morte di lui. Questo mistero viene espresso con le parole latine: “Ante praevisa merita”.
“ Per essere santi e immacolati”. Le parole del Prefazio della Messa di oggi ci chiariscono ulteriormente questo mistero: “Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale, perché, piena di grazia, diventasse degna Madre del tuo Figlio”. Maria ha realizzato veramente ciò che San Paolo scrive nel suo inno. Maria è davvero: “grátiæ tuæ plenitúdine ditáta”, Immacolata e santa.
“ Ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi”. Ancora la liturgia prosegue: “E tu, Padre, sopra ogni altra creatura la predestinavi per il tuo popolo avvocata di grazia e modello di santità”. La posizione eminente della Vergine nel Corpo di Cristo che è la Chiesa è stata cantata e contemplata da generazioni di Santi e Dottori. I titoli “avvocata di grazia” e “modello di santità” sono giustamente attribuiti alla Madre di Dio.
In questo tempo di Avvento la Chiesa ci invita a vigilare. Se, da un lato, i tre impegni della Quaresima sono preghiera, digiuno ed elemosina, dall’altro, nell’attesa della venuta di Cristo nella carne, dobbiamo essere vigilanti.
La Vergine Maria sta al nostro fianco, come esempio e stimolo a vivere con generosità la nostra vocazione battesimale, con i fianchi cinti e attorniati da opere di giustizia e carità.

Il vangelo dell’Annunciazione presenta alcuni spunti che vogliamo sottolineare.
“ Nel sesto mese…Galilea…Nazareth…Casa di Davide… Giuseppe… Maria”. Sembra l’indirizzo di una lettera, in cui appare il mittente, il destinatario, l’indirizzo esatto, il timbro postale con la data, giorno, mese… anno… Luca ci ricorda che per ciascuno di noi, cristiani, esiste una vocazione, in un tempo, in un luogo, in circostanze precise. La nostra libertà ha la possibilità di dire “sì” oppure “no”. Ma Dio invia il suo angelo e attende una risposta.
“ Piena di Grazia!”. Ma come? Gabriele, fino a cinque minuti prima contemplava Dio faccia a faccia… e adesso, davanti a una ragazzina, rimane a bocca aperta, pieno di meraviglia. Mentre osserva Maria gli sfugge un’espressione estasiata: come sei bella! L’impronta del Padre, in Maria, è fedelissima e splendida. Ella è icona della Trinità, immagine di Dio. Maria è come il roveto ardente di Mosé, che brucia e non si consuma. Il fuoco dell’amore divino la rende bellissima.
“ Maria fu molto turbata”. Nella Bibbia ci sono molte annunciazioni, a vari personaggi, uomini e donne. Nelle annunciazioni bibliche c’è uno schema preciso: dopo la rivelazione di Dio, le persone hanno paura. Maria è umana, vergine d’Israele, donna della nuova alleanza. Non è una extraterrestre o diversa da noi. Condivide con noi la natura umana, che davanti all’onnipotenza di Dio si sente annichilita e investita dal sacro timore. Possiamo rivolgerci a lei, perché lei sa cosa significa combattere in questa vita.
“ Non temere!”. Questa espressione ricorre 365 volte nella Bibbia. È come se Dio ce la ripetesse ogni singolo giorno dell’anno. Maria viene rassicurata. Dio è vicino, Dio agirà. Dio non chiede mai a una persona di fare qualcosa, senza prima dotarla di tutte le grazie necessarie per adempiere la sua missione.
«Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza del Padre ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Si vede qui la dinamica trinitaria: Maria è Figlia prediletta del Padre, Madre gloriosa del Figlio e Sposa dello Spirito Santo. Dante direbbe: “Vergine madre, figlia del tuo figlio”. E questo vale anche per ciascuno di noi: siamo figli amati del Padre, segnati dal sigillo dello Spirito, redenti dalla croce del Figlio.
“ Eccomi!”. Questa è l’espressione più importante della liturgia odierna.
Vi propongo le parole di un canto, che è, a mio avviso, il miglior commento.
“ Eccomi Signor, vengo a Te mio Re, che si compia in me la Tua volontà. Eccomi Signore, vengo a Te mio Dio, plasma il cuore mio e di Te vivrò. Se Tu lo vuoi Signore manda me e il Tuo nome annuncerò. Come Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò. Questa vita io voglio donarla a Te per dar gloria al Tuo nome mio re. Come Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò, se mi guida il Tuo amore paura non ho per sempre io sarò, come Tu mi vuoi”.
Maria è qui con noi oggi, mentre celebriamo l’Eucaristia del suo Figlio, e ci sussurra queste parole.
Cerchiamo di accoglierle senza paura.
Il tempo di Avvento ci chiama a una scelta di generosità, a dire “sì” a Dio, con tutto il cuore, tutta l’anima e tutte le forze.
Chiediamo a Maria di toccare i nostri cuori e di aiutarci ad essere autentici.

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