QUARESIMA 2018


 

 


 

 


 

 

 

 «Per il dilagare dell'iniquità, si raffredderà l'amore di molti» (Mt 24,12)

 

 

 

 

Fermati un po' davanti alla necessità di apparire, di stare continuamente in vetrina, che fa dimenticare il valore dell'intimità. Fermati davanti al rumore, fermati davanti a ciò che è vuoto ed effimero. Lascia questa agitazione e questo correre senza senso che riempie l'anima dell'amarezza di sentire che non si arriva mai da nessun parte. Fermati, lascia questo obbligo di vivere in modo accelerato, che disperde, divide e finisce per distruggere il tempo della famiglia, il tempo dell'amicizia, il tempo dei figli, il tempo dei nonni, il tempo della gratuità, il tempo di Dio … infine, ritorna”. Fermati, guarda e ritorna.

(Papa Francesco alla celebrazione delle “ceneri” nella chiesa di Santa Sabina all’Aventino di Roma)

 

E’ d’obbligo per tutti noi cattolici fermarsi il tempo necessario per riscoprire il significato della Quaresima. Ce lo richiede, soprattutto, l’attuale vita convulsa dove si realizzano le parole di Gesù all’inizio della sua passione: “… alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnare nei cuori la carità …”. I falsi profeti di oggi il Papa così li identifica: “Essi sono come “incantatori di serpenti”, ossia approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!”.

Certo, anche se non condivido la visione catastrofica di alcuni miei connazionali in merito al “dilagare dell’iniquità” giunta ad un punto di non ritorno, non posso non prendere atto di una situazione che richiede molta attenzione; in particolare sui punti che, per noi seguaci del Vangelo, sono alla base della nostra vita cristiana: L’amore per il prossimo che sta calando, l’aumento della povertà per una crescente ingiusta distribuzione dei beni del creato, il problema dei giovani a cui vengono prospettate false ed effimere soluzioni di vita come i rapporti semplici e veloci (più virtuali che reali) con il dilagare della droga e del miraggio di facili guadagni ma disonesti. Questi alcuni dei punti su cui il periodo quaresimale c’impone di fare una seria riflessione. Sono certo però che si possa intervenire per migliorare, se non risolvere completamente, tutte le anomalie della società. Certamente sarà necessario adoperarsi per un nuovo “rinascimento”, non sarà facile ma almeno proviamoci! Certamente non m’illudo che si possa risolvere completamente il problema dei poveri che lo stesso Gesù Cristo aveva previsto: “i poveri li avete sempre con voi”, ma almeno miglioriamo l’esistenza dei nostri giovani che dovranno diventare la classe dirigente delle prossime generazioni. Io sono ottimista, la sosta quaresimale con una particolare riflessione su ciò che ci circonda ci aiuterà non solo a ricominciare ad amare singolarmente, ma a far ricominciare ad amare tutti coloro che ci sono accanto. L’effetto cassa di risonanza è miracoloso e vitale!

Papa Francesco invita l’intera comunità cattolica a vivere la Quaresima sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Seguiamo il suo invito per aiutarci ad ottenere quei miglioramenti della società contemporanea cui aspiriamo; ricordiamoci che la carità è sempre presente nel cuore di Dio! E Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare.

Il Papa ci ricorda inoltre che:

Una occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa “24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: «Presso di te è il perdono». In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale”.

Un’ultima riflessione la voglio fare sul significato dei segni che ci aiutano a vivere cristianamente, ma anche laicamente, la Quaresima. Papa Francesco con il suo “messaggio per la quaresima 2018” intende superare i confini del cattolicesimo, come fece per la prima volta il suo grande predecessore Giovanni XXIII nell’Enciclica PACEM IN TERRIS, rivolgendosi agli uomini e donne di buona volontà:

 “Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio!” Ecco il rimedio indicatoci dal Papa, quando ci accorgiamo singolarmente e come comunità che l’amore si affievolisce, per ridargli vita.

Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Esso costituisce un’importante occasione di crescita, perché ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e ci fa più attenti a Dio e al prossimo ridestando la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame. Questo per chi ha la fede, per gli altri un po’ di limitazione alimentare, se non proprio digiuno, fa bene anche alla salute come suggeriscono di fare anche gli specialisti nutrizionisti.

Il digiuno è legato poi all’elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: “Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell’astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone”. Così il digiuno è reso santo dalle virtù che l’accompagnano, soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una privazione. Al di là di noi cristiani, tutti dovrebbero praticare l’elemosina, aiutare chi sta peggio di noi. Questo è un gesto che bisogna fare pensando al ricevente con amore e compenetrarsi in lui.  L’elemosina fatta mettendosi nei panni dell’altro e al suo stesso livello, esprime quanto di più elevato  e nobile c’è nella natura umana.

La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono “le due ali della preghiera che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio”. E san Giovanni Crisostomo esorta: “Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia”. La preghiera è da intendersi anche, in senso lato, integrata con un momento di meditazione. E la meditazione da sola, purché depurata dalla vanità e dalla presunzione, può rappresentare un sostituto della preghiera per i non credenti con analoghi benefici psichici.

 

Gian Paolo Di Raimondo

Roma, 2 marzo 2018