I NONNI SONO IL SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE

 

 

 

 

 

Come non si può essere d’accordo con il Presidente Napolitano quando dice che i nonni hanno un prezioso e insostituibile ruolo all’interno della famiglia e della società? In occasione della “festa dei nonni”, così ha precisato: “Da sempre i nonni contribuiscono in modo determinante alla crescita e alla formazione dei più piccoli, ai quali trasmettono con dolcezza e affetto quel patrimonio di esperienze, conoscenze e valori che costituiranno riferimenti fondamentali lungo tutto il percorso di crescita e di realizzazione come persone e come cittadini che attende i nipoti. Nell’attuale situazione di crisi che incide profondamente sulla serenità delle famiglie, i nonni possono offrire un forte sostegno e, cosa non meno importante, motivi di fiducia nel superamento delle difficoltà e nelle possibilità di nuove e migliori prospettive di vita, contribuendo così a mantenere salda la coesione sociale. Agli anziani deve pertanto riservarsi una particolare attenzione, soprattutto laddove si manifestino problemi e disagi che, se non adeguatamente affrontati, possono compromettere seriamente l’autonomia e la dignità della persona”.

Mi sembra ovvio che i nonni contribuiscano notevolmente a quella sorta di welfare familiare che ora, in tempo di crisi, si sta rivelando una grandissima risorsa per la società. Certo, le prospettive per le famiglie non sono buone, poiché la ripresa non è vicina. Le condizioni economiche peggiorano e, dalla fine del 2012 a oggi, salgono a quasi cinque milioni le famiglie che non arrivano alla fine del mese. Il tenore di vita, poi, è peggiorato per più di 17 milioni di famiglie. È quanto emerge dall'osservatorio Censis-Confcommercio. Dunque, sono sempre più numerose le famiglie italiane che non riescono a far fronte alle spese con il proprio reddito (a inizio ottobre sono quasi il 19%, 4,7 milioni, contro l'11,3% di marzo 2012). Una famiglia su quattro, poi, ha difficoltà a pagare tasse e tributi e oltre il 72%, pari a 18 milioni, ha problemi ad affrontare spese impreviste come quelle mediche o per le riparazioni in casa. Inoltre, quasi la metà delle famiglie italiane prevede di tagliare i consumi per affrontare la crisi.

Se questo è lo scenario in cui si muove la famiglia, il lavoro “senza prezzo” dei nonni diventa indispensabile per il suo sostentamento. Gli over 54, secondo una ricerca della Camera di Commercio di Milano, impegnati nell’aiuto gratuito e ininterrotto alle famiglie dei propri figli sono circa 6,9 milioni. Un impegno che vale oltre 18 miliardi di euro l’anno, ben l’1,2% del Pil nazionale. Solo per la cura dei nipoti (sono 8 milioni i bambini con meno di 14 anni), la risorsa nonni può valere per l’economia del paese tra i 7,3 e i 13,8 miliardi di euro l’anno. Il risparmio annuale calcolato complessivamente per le famiglie italiane ammonta a circa 50 miliardi: tanto sarebbe necessario per stipendiare altrettante colf e baby sitter.

Per finire con i numeri, aggiungo che l’aiuto gratuito dei nonni sostiene moltissimo l’occupazione femminile. Si stima che siano 800 mila le donne che possono lavorare avendo la sicurezza di aver affidato i loro figli ai nonni. A tutti i dati economici sopra elencati, non vorrei dimenticare di porre l’accento sul ruolo educativo e di trasmissione dei sani principi formativi che i nonni svolgono per i propri nipoti. E mi piace riportare, in questo senso, le parole pronunciate da papa Francesco in Brasile durante la Giornata mondiale della gioventù: “Che il Signore benedica i nostri nonni … Sono importanti nella vita della famiglia per comunicare quel patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società”.

Credo, però, che non si possa affrontare un discorso completo sui nonni senza legarlo al ruolo della famiglia che oggi più che mai occupa un posto centrale all’interno della nostra società moderna. Essa è, infatti, la “cellula vitale” della collettività e come tale dovrebbe essere tutelata dalle Istituzioni. Purtroppo ciò non avviene. E’ necessario sviluppare una cultura e una politica della famiglia e che finalmente anche da noi ci si comporti a sua protezione alla stessa stregua di altri paesi europei come la Svezia, la Danimarca, la Francia. Noi siamo talmente lontani da tali livelli che addirittura recentemente si è mosso anche il presidente della CEI, Angelo Bagnasco, per denunciare addirittura una vera e propria aggressione strategica alla famiglia che, quale “grembo della vita e prima e fondamentale palestra di umanità e di fede”, se si rende più debole, s’indebolisce l’intera società e così si riesce meglio a dominarla sul piano politico, economico e ideologico.

Effettivamente non si spiega il perché in tanti anni di governi democratici del paese la famiglia sia stata così trascurata dalla politica, pure in periodi di vacche grasse a gestione democristiana. Anche oggi, nonostante la legge 328/2000 - che finalmente pone all’attenzione sia il benessere delle famiglie e dei suoi componenti sia la responsabilità derivante dall’assunzione d’impegni familiari - la nostra situazione è ben lontana dalla considerazione che dovrebbe essere assicurata alla famiglia da parte delle Istituzioni. A mio avviso, ci stiamo avviando a un ben triste destino con le scelte attuate dagli ultimi governi, a livello centrale e periferico, sulle privatizzazioni dei servizi sociali, della sanità e della scuola, con l’avvilimento delle politiche di pari opportunità, con l’ennesima presa di posizione a favore della precarizzazione del lavoro, con l’assenza di politiche per la casa.

Nonostante tutto ciò le reti familiari reggono a fatica l’impatto e le donne sono il perno centrale di queste reti di relazione tra generazioni. La generazione delle nonne giovani è spesso impegnata tra nipoti affidati, aiuti economici ai figli non autosufficienti e alle famiglie dei figli sposati, aiuto e cura ai propri genitori ormai anziani e spesso non più indipendenti, cura del coniuge. Quanto potranno reggere e quanta povertà “dignitosamente affrontata” potranno ancora sostenere? Per chiudere voglio dare un messaggio di speranza, anche se la politica ha dimostrato e sta dimostrando chiaramente poca sensibilità ai problemi della famiglia che per noi cristiani significa fedeltà, pazienza, apertura alla vita, rispetto degli anziani, tutto ciò perché nella famiglia è presente Gesù e quindi la protegge.

Papa Francesco, recentemente, ha voluto insistere sul fatto che la famiglia è una comunità di vita che ha una sua consistenza autonoma, come ha scritto il Beato Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica Familiaris consortio. Poi, concentrando l’attenzione sulla Famiglia di Nazareth allargata ai nonni, ha detto: “Un’icona, quella scelta dal Pontificio Consiglio per la Famiglia che riprende la scena della Presentazione di Gesù al tempio, con Maria e Giuseppe che portano il Bambino, per adempiere la Legge, e i due anziani Simeone e Anna che, mossi dallo Spirito, lo accolgono come il Salvatore. E’ significativo il titolo dell’icona: ‘Di generazione in generazione si estende la sua misericordia’. La Chiesa che si prende cura dei bambini e degli anziani diventa la madre delle generazioni dei credenti e, nello stesso tempo, serve la società umana”.

Riferendosi al Vangelo di Luca il Papa evidenzia come i giovani, Giuseppe e Maria e anche il Bambino, fanno tutto quello che la Legge dice e gli anziani siano condotti dallo Spirito Santo. Credo che ciò avvenga anche oggi.

Gian Paolo Di Raimondo

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Roma, 1° novembre 2013

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