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don Pino Pulcinelli

 
 

I DUE SUPER MARIO
 

Credo che tutti gli italiani si siano accorti che da quando ci governa Mario Monti le cose stanno cambiando, soprattutto per quanto riguarda la considerazione e il rispetto che il nostro paese ritorna ad avere a livello internazionale: è finita l’epoca dei sorrisi a mo’ di sfottò per il nostro precedente Governo che ci riservavano i più autorevoli capi di Stato europei. E tutti gli europei si sono altrettanto accorti che, da quando a capo della BCE c’è Mario Draghi, si stanno avviando a soluzione una buona parte dei problemi sulla stabilità dell’Euro legata alla scarsa fiducia del “mercati” per il regolare finanziamento del debito pubblico di quei paesi dell’Unione maggiormente esposti alla speculazione in quanto più colpiti dalla crisi. Certamente la crisi è ancora incombente a livello mondiale e soprattutto europeo, ma finalmente qualcosa si è fatto e si sta facendo per non subirla più passivamente. I due fautori di tale cambiamento, uno in Italia e l’altro in Europa, sono due persone concrete e dotate della grande dote del “fare” con eccezionali curricula di lavoro: i due Mario. Certamente al loro successo avrà contribuito anche la formazione di base ottenuta in Istituti dei gesuiti (Monti al “Leone XIII” di Milano e Draghi al “Massimo” di Roma) poiché determinante è il ruolo della scuola secondaria di primo e secondo grado sull’impianto, sia culturale che di quei sani principi di cui nel tempo se ne possono apprezzare i frutti.  Ma cosa stanno facendo i due Super Mario per l’Italia e per l’Europa?  Dice Christine Lagard, direttore generale del Fmi, che hanno cambiato in meglio le prospettive del 2012.  E aggiunge che Monti, da quando è premier, “ha dato all’Italia un senso di serietà, concentrazione, determinazione a portare il paese fuori dalla depressione in cui si trovava … Non essendo un politico, Monti ha il coraggio di realizzare misure molto dure come aprire alla concorrenza, rimuovere molte costrizioni dell’economia, portare più flessibilità nel lavoro … Ha portato una sorta di Rinascimento in quello straordinario paese”. Grazie alla BCE con la sua “LTRO - Long Term Refinancing Operation”, la conseguente forte riduzione dello spread e le aste straordinarie di titoli di Stato a scadenza triennale a basso interesse, Draghi ha trasformato l’euro-atmosfera dei mercati da depressa a sostenuta. Tutto il lavoro dei due Mario non è quindi poco, ma non basta. Certamente da soli non possono salvare il mondo. “I Mario, per quanto si possano dimostrare Super, non possono salvare l’Euro da soli. La crisi del debito è un problema dell’eurozona che richiede una soluzione dell’eurozona. Il problema è che sembra che non riusciamo mai ad averla”, scrive l’opinionista del “Time”, Schuman.  Anche il nostro Oscar Giannino, pur ammettendo le buone iniziative dei due Mario, è della stessa opinione di Schuman nel definire che “Il problema vero dell’Italia non è tanto il maggior costo del debito – perché sarebbe stato insostenibile solo alla lunga, visto che la vita media del debito pubblico è pari a 7 anni – quanto la sua bassa produttività e la sua bassa crescita. E oggi siamo ancora in recessione profonda e ce ne vorrà del bello e del buono, per trovare rimedi a questo problema strutturale quindicennale. Allo stesso modo, la LTRO della BCE è un rimedio tampone a breve, ma a patto di non confonderlo con un rimedio strutturale alla sostenibilità dell’euro-debito”. A questi seri avvertimenti per non lasciarsi andare a facili ottimismi, mi sento personalmente di obiettare con la saggezza del contadino: è sempre meglio intervenire con una buona semina, anche se non si è sicuri che la stagione sarà o meno propizia per un buon raccolto, che starsene ad aspettare la “manna” dal cielo. Resto quindi ottimista che i due grossi problemi ancora irrisolti, quello italiano del rilancio della crescita e quello europeo dell’intervento con una soluzione dell’eurozona sull’euro-debito, potranno essere presto risolti con un pizzico di buona volontà della politica, delle forze sociali e, soprattutto della Merkel e Sarkozy. E’ ovvio che Monti e il suo Governo tecnico non potranno salvare l’Italia se la politica e le organizzazioni del lavoro e degli industriali si metteranno loro di traverso, come Draghi non potrà certamente da solo riscrivere le regole della finanza internazionale senza l’appoggio dei leader dei paesi dell’Unione, specialmente di Germania e Francia. Speriamo, però, che la loro buona semina possa dare buoni frutti.

Gian Paolo Di Raimondo

Roma, 20 marzo 2012