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don Pino Pulcinelli

 
 
 
 

L'uomo e la natura


L’uomo dovrebbe rispettare l’ambiente in cui vive e, ritenendolo la sua casa, instaurare con esso un rapporto privilegiato di sana convivenza, evitando di usarlo indiscriminatamente. Nel considerare l’ambiente solo una risorsa da sfruttare senza alcun limite si rischia di minacciarne la capacità ospitale soprattutto per le future generazioni. Se questo vale per tutti gli abitanti del pianeta, per noi cristiani il rispetto della natura diventa impegno ineludibile. L’uomo, creato secondo l’antropologia biblica, ad immagine e somiglianza di Dio è considerato custode responsabile dell’ambiente in cui è posto a vivere. E quindi, l’uso di “casa” e di “risorsa” della natura consentitogli dal Creatore, è quello di un oculato e saggio depositario e non di un padrone assoluto. D’altra parte è il rapporto che l’uomo ha con Dio a determinare il rapporto dell’uomo con i suoi simili e con il suo ambiente. Il “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa” dedica un intero capitolo, il decimo, alla salvaguardia dell’ambiente mettendo in risalto che il rispetto del bene collettivo destinato a tutti è un dovere per i cattolici ed è necessario impedire che si possa fare “impunemente uso delle diverse categorie di esseri, viventi o inanimati – animali, piante, elementi naturali – come si vuole, a seconda delle proprie esigenze”. Purtroppo è sotto gli occhi di tutti come siano disattesi tali concetti, non solo dai responsabili politici internazionali ma, nonostante i costanti appelli degli ultimi Papi, anche da coloro che si dichiarano cattolici, magari pure praticanti. L’affermazione della centralità dell’uomo rispetto alla risorsa ambientale e delle responsabilità che da questa centralità derivano, dovrebbe raggiungere ogni comunità parrocchiale di base e diventare un concetto condiviso da tutti noi cattolici. La somma, la risultante delle azioni umane sull’habitat naturale rappresenta l’ambiente in cui viviamo, il corretto agire nei confronti del creato e la tutela dell’ambiente – a partire dalle azioni locali – costituiscono un imperativo morale del quale dovremmo prendere coscienza tutti. E’ necessario acquisire il concetto che la responsabilità etica investe le nostre azioni e quindi il nostro “ambiente”. La questione ambientale è questione sociale, perché coinvolge la vita e lo sviluppo dell’umanità.  Ma quali sono le parrocchie che diffondono la Dottrina Sociale della Chiesa? Nessuna tra quelle che conosco... Ma allora a cosa servono gli appelli degli ultimi Papi da quando “l’ambiente è diventato preda a vantaggio di potenti gruppi industriali [ma - aggiungo - anche di tanti singoli cittadini] a scapito dell’umanità nel suo insieme con conseguente danno per gli equilibri dell’ecosistema, della salute degli abitanti e delle generazioni future”? A mio avviso, se vogliamo invertire questa nefasta tendenza della distruzione dell’habitat naturale, dobbiamo partire dalla base per la costruzione di una coscienza ecologica che risponda al concetto del nostro credo: Dio, uomo, natura. E questo si può e si deve fare con il coinvolgimento delle collettività parrocchiali. Ci dovremmo convincere che “c’è un nesso strettissimo – come ha detto papa Ratzinger in occasione della Giornata mondiale della pace – tra il rispetto dell’uomo e la salvaguardia del creato” e quindi per il Papa “tutti siamo responsabili della protezione e della cura del creato. Perciò, anche in questo campo, è fondamentale l’educazione: per imparare a rispettare la natura, orientarsi sempre più a costruire la pace a partire dalle scelte di ampio raggio a livello personale, familiare, comunitario e politico”. Se la politica non ascolta le parole del Santo Padre, almeno ne facciano tesoro le comunità cattoliche. Concludo con l’auspicio che le prime e sporadiche esperienze delle associazioni degli ambientalisti di ispirazione cristiana non restino lodevoli tentativi isolati destinati a dissolversi nel tempo, ma si diffondano su tutto il territorio. Ma ciò sarà possibile solo a seguito di una seria presa di coscienza dell’intera Chiesa sulla necessità di operare fattivamente per il rispetto della natura.

Gian Paolo Di Raimondo
Roma, 18 aprile 2011