ANALISI ELEZIONI EUROPEE

 

 

Salvini PRIMA: Sono sicuro che la Madonna ci porterà alla vittoria” (Milano 18/05/2019)

 

Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso”.ì
(Pietro Parolin – segretario di Stato vaticano).
"Non nominare il nome di Dio invano", ammonisce Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, in un post su Facebook.
"Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato:
se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare
a impugnare e brandire quello che è di Dio
".

 

 

Prima di andare ad analizzare i risultati della consultazione elettorale del 26 maggio scorso voglio riavvolgere il nastro sulla campagna elettorale per soffermarmi brevemente sull’uso che alcuni partiti hanno fatto della nostra religione cattolica a loro esclusivo beneficio (Salvini in testa, ma non solo). Penso che aver strumentalizzato sia le “radici cristiane” che i “simboli cattolici” abbia dimostrato le enormi contraddizioni commesse. Io mi soffermerò, in questa sede, sulla diversità esistente tra i loro messaggi elettorali e le loro azioni pratiche. Lascio il commento allo sgradevole uso partigiano dei simboli religiosi a quanto sottolineato dal card. Parolin e dal Direttore di Civiltà Cattolica. Penso che esaltare le radici cristiane dell’Europa (cosa buona e giusta!) e non applicare ciò che è alla base di tali radici, il Vangelo, sia stato un grave fatto che dimostra, anche su questo punto, un’enorme dissonanza tra il dire e il fare . Mi spiego. La base delle radici cristiane è rappresentata da quanto scrive Matteo (25,34-36) sul giudizio finale: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, ero nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. E se guardiamo quello che è stato il cavallo di battaglia dell’attuale Governo: il contrasto con ogni mezzo all’immigrazione - al limite addirittura della legge civile - ci accorgiamo quanto sia innaturale l’aver esaltato, da parte della Lega, le radici cristiane dell’Europa esclusivamente a fini elettorali. A me è sembrata una mancanza di rispetto per noi cattolici.

Salvini DOPO: "E' chiaro che le regole europee vanno cambiate, che i vincoli europei vanno cambiati. Siamo il primo partito di questo Paese e faremo valere i nostri diritti in Europa" (27/05/2019). “Ora STOP ai Burocrati, Banchieri, Buonisti e Barconi”.

Scrive su Twitter Antonio Spadaro, direttore della Civiltà cattolica, commentando la foto di Matteo Salvini che festeggia la Lega primo partito.Ecco che fine ha fatto l’immagine di Gesù: tra un tapiro e un cappello maga ‘Make America Great Again’. Nel deposito dei simboli utili selezionati a festeggiare il proprio successo. ElezioniEuropee2019”.


Questi i risultati nazionali definitivi:

In Italia solo i partiti che hanno superato il 4 per cento partecipano alla ripartizione dei seggi

Lega - 34,3 per cento
Partito Democratico - 22,8 per cento
Movimento 5 Stelle - 17,1 per cento
Forza Italia - 8,8 per cento
Fratelli d’Italia - 6,4 per cento

Non votanti - 45,9% (tanti sono i cittadini italiani disorientati, disamorati e delusi che non sono andati a votare)

 

Il nuovo Parlamento europeo si dovrebbe presentare così

La Santa Sede affida il suo primo commento sull’esito delle elezioni europee all’editoriale del direttore de l’Osservatore Romano, Andrea Monda, nel numero del 27-28 maggio 2019. L’articolo propone e commenta il messaggio di papa Francesco per la 105ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2019. Questa la parte essenziale del Messaggio:

“… Cari fratelli e sorelle, la risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. Se mettiamo in pratica questi verbi, contribuiamo a costruire la città di Dio e dell’uomo, promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la comunità mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti. …”. Anche l’Arcivescovo lussemburghese Jean-Claude Hollerich, Presidente della COMECE (Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea), ha espresso a caldo una sua opinione sui risultati delle elezioni: “Bisogna fare un’analisi molto dettagliata sui risultati delle elezioni. Ma penso che senza gli appelli del Papa all’accoglienza, e anche a quelli di tanti vescovi, parrocchie e comunità in Europa, il risultato sarebbe stato peggiore”. 

Fin qui ho fatto un po’ di cronaca, riportando il pensiero di personaggi autorevoli della nostra Chiesa e della stampa cattolica ora voglio, molto modestamente, dare un mio giudizio personale all’esito della consultazione.

La prima considerazione del tutto oggettiva è che la campagna elettorale è stata tutta impostata sul piano della comunicazione e Salvini è stato un maestro in questo, mentre Di Maio ha tentato un’operazione che non gli è riuscita: portare il movimento su posizioni più moderate e responsabili. Non ha capito, però, che per trasformare un gruppo d’opposizione in forza di governo ci vuole molto tempo e una leadership di maggiore spessore. Inoltre penso che il Movimento 5stelle abbia e stia ancora dimostrando di avere poche idee identitarie e quelle che ha è disposto anche a modificarle con la velocità della luce. Non bastano solo le misure assistenziali come il “reddito di cittadinanza” per assicurarsi il successo elettorale. Ecco, a mio avviso, il motivo che ha portato Di Maio a perdere 6 milioni di voti. Mentre Salvini ha condotto la Lega alla vittoria perché ha parlato molto di Europa e di come cambiare il modo di gestire la Comunità e poi ha proseguito molto bene la sua campagna elettorale impostata per le elezioni nazionali del marzo dello scorso anno e mai interrotta. Perfino durante l’ultimo periodo da Ministro dell’Interno ha martellato l’Italia con i suoi messaggi propagandistici basati sulla lotta all’immigrazione, sul contrasto ai poteri forti finanziari, sulla necessità di maggiore sicurezza e sull’abbassamento delle tasse che hanno fatto breccia su una gran parte dell’elettorato. Annunci fatti sempre in modo forte e combattivo, senza badare alle ripercussioni negative sui rapporti con la Comunità europea e soprattutto sui mercati finanziari, ma graditi alla massa di elettori arrabbiati per la situazione in cui si trova da addebitare alla vecchia politica nazionale ed europea. Ormai è un fatto acquisito che in soccorso alle classi subalterne che soprattutto popolano le periferie, intervengono più le destre - anche quelle estreme - che le sinistre. Sulla capacità comunicativa di Salvini rapportata all’esito elettorale, forse è il caso di aggiungere che anche il presentarsi alle piazze esibendo simboli religiosi, atteggiamento molto criticato e considerato del tutto inopportuno in alcuni ambienti cattolici; in altri, che credo più numerosi, deve aver portato acqua al suo mulino. Voglio concludere accennando al risultato del PD. Il partito di Zingaretti da qualche tempo ormai è un partito di élite, ha successo maggiormente nelle aree urbane (il 35% a Milano, il 30% a Roma), ma è consuetudine oggi dimostrare imbarazzo per tali voti. Secondo l’opinione di Claudio Velardi, da me completamente condivisa, le élite – non solo in Italia ma nel mondo – si stanno vergognando di quello che hanno fatto di buono portando benessere e civiltà. Sono sopraffatte dall’aggressione della rivoluzione della rete e dal concetto, per me malsano, dell’“uno vale uno”. Che peccato!

Gian Paolo Di Raimondo - 1 giugno 2019